Casa Ripa
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Nel dicembre 1906 l’avv. Paolo Ripa, funzionario presso la Regia Conciliatura di Biella e scrittore satirico sul settimanale milanese «Il Guerin Meschino», presentava istanza per costruire un imponente palazzo all’angolo tra via Lamarmora e viale Regina Margherita, oggi via della Repubblica e viale Matteotti. Sviluppato su di una planimetria ad “L” e cortile interno, il signorile edificio da reddito si presenta sul fronte verso il viale con un prospetto porticato, serrato da due torri alle estremità, mentre, oltre al sotterraneo, l’alzato consta di piano terreno per negozi e uffici, mezzanino abitativo, primo e secondo piano nobile destinati a luminosi alloggi di ampia metratura con vani di altezza poco inferiore ai quattro metri. A edificazione avanzata, nel novembre 1907 lo stesso avv. Ripa chiedeva l’approvazione di «qualche variante nei dettagli di decorazione e nelle testate alle estremità a leggiera modifica dei disegni di prospetto già presentati. E siccome mi parve che le modifiche meglio rispondessero dal lato estetico, mi son proposto di eseguirle secondo i disegni che allego». Di fatto, dissipate le diffidenze verso l’Arte Nuova, il committente aveva scelto un’esuberante accentuazione del gusto floreale, traducendo con notevole fedeltà nel costruito le belle cianografie progettuali, così da connotare l’edificio rendendo al contempo questa moderna scelta stilistica una pubblicità implicita di aggiornata progettualità e di comfort abitativo, oltre che un richiamo per la propria clientela, avendovi trasferito il proprio studio legale. Il palazzo ospitò inoltre la nota casa di mode “A la Parisienne”.
Alla diffusione dell’iconografia floreale nel biellese contribuirono in modo determinante le diverse espressioni della grafica e ancor più la plastica di Leonardo Bistolfi, tra i più convinti e appassionati sostenitori dell’Esposizione torinese del 1902. Parte della produzione bistolfiana degli anni Novanta reca infatti quella particolare componente pittorico-floreale destinata a passare dalla scultura alla decorazione plastica, a fresco e nel parato per interni. Il già notissimo scultore casalese era un bravo violinista e amava trascorrere lunghi periodi di vacanza a Camburzano, nella villa del famoso soprano Cesira Ferrani, Mimì nella prima della Bohème al Regio di Torino, sotto la bacchetta di Arturo Toscanini, anch’egli assiduo frequentatore del vivace cenacolo culturale che, allo scadere del secolo, era nato nella bella dimora camburzanese, animato da Lidia, sorella di Cesira e valente pianista, e dallo zio Luigi Ferraria, compositore e avvocato. Negli stessi anni sono state numerose le opere plasmate da Bistolfi per i suoi amici biellesi, dal busto a Felice Piacenza alla targa per i nonni Ferrani, a varie sculture funerarie nel Cimitero di Oropa, sino a busto, lapide e monumento a Delleani e al grande rilievo allegorico Le voci della Montagna, dedicato al munifico Federico Rosazza. Non deve quindi sorprendere la profusione fitomorfica che connota Casa Ripa, autentico catalogo di essenze bistolfiane, distribuite con raffinata eleganza in abile coerenza con la valorizzazione funzionale e simbolica delle diverse parti dell’edificio, specie la connotante torre angolare. M. Grazia Imarisio
Caratteristiche
- Uno tra gli edifici Liberty più significativi a Biella
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