Museo del Liberty

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Le sponde del lago d’Iseo vedono sorgere nell’antico borgo di Sarnico il primo Museo del Liberty in Italia.

Critici d’arte come Rossana Bossaglia e Lara Vinca Masini avevano scritto e parlato spesso di quel felice movimento artistico chiamato Art Nouveau, ma mai come fino ad oggi nel bel Paese si è istituito un luogo aperto a tutti, dove vivere in prima persona l’epoca dorata della Belle Époque, con la possibilità di fruire dal vivo e toccare con mano litografie, mobili, oggettistica originale del periodo. Questo stile che a inizio Novecento segnò un’estetica per l’Italia moderna trova spazio in via Antonio Buelli 25, a Sarnico, nei meandri di una torretta medioevale.

Le anime che hanno dato vita a questo sogno – impegnandosi anche con amore, passione e risorse proprie – vanno dal suo inventore, il primo cittadino Giorgio Bertazzoli, al suo delegato alla bellezza nonché direttore del museo, Andrea Speziali sino ai soci di Italia Liberty come l’esperto di arti decorative Rodolfo Caglia o il collezionista e sostenitore Massimo Bianco. Grazie al loro impegno, unito a quello di tutta la giunta comunale, e alla forza dei cittadini, possono finalmente scrivere un capitolo della storia su questo borgo del Liberty, incoronando un traguardo più che ambito e ricercato.

Il comitato di studio selezionato dal Direttore vede la partecipazione di autorità indiscusse che spaziano dai professori Paolo Portoghesi, Vittorio Sgarbi e Fabio Benzi, riconosciuto tra i massimi esperti di pittura e scultura della seconda metà del XIX secolo e del XX secolo fino a Nupur Tron, presidente della Fondazione Horta di Bruxelles e altre figure citate nel catalogo del Museo del Liberty.

Il museo vè stato pensato nell’area bergamasca perché a pochi minuti dalle Ville all’Asilo fino al Mausoleo sarnicense  progettate da Giuseppe Sommaruga, protagonista indiscusso di questo stile che a ha regalato alla città una vetrina di unicità quando firmò i progetti per la famiglia Faccanoni a inizi Novecento.

Sarnico è un borgo notoriamente votato al Liberty per la presenza di numerosi edifici Art Nouveau, tanto che il museo è ubicato in una torre medioevale risalente agli anni 1000 e si sviluppa su quattro livelli con vista lago.

Si è aspettato il 2023 per vedere alla luce il Museo del Liberty poiché l’era di pandemia ha influito negativamente sulla sua nascita tanto da imporre all’amministrazione comunale una retromarcia sulla sua ubicazione. La collocazione nella torretta antica è una misura temporanea nell’attesa di trasferire le proprietà artistiche in una villa più grande e a tema in città.

Come lo stile floreale accompagnò la crisi della Grande Guerra, offrendo manufatti in bronzo ancora esposti nei Monumentali, oggi, con il nuovo Corona virus, questo stile torna alla ribalta combattendo per imporre bellezza e trasmettere le cromie calde e linee sinuose che ritroviamo nelle maioliche, nelle litografie e negli oggetti d’arte: stimoli di gioia e vivacità negli animi speranzosi di chi resiste avvolto dalle mura delle proprie case. Si apre quindi il 18 maggio 2020, la finestra verso il Museo del Liberty in digitale – per poi aprire i battenti anche nel mondo fisico una volta superato questo difficile momento storico. Qui su Google Arts & Culture è possibile ammirare alcuni capolavori in anteprima.

Tra le grafiche esposte si segnalano quelle di artisti come Alfons Mucha, Plinio Nomellini, Giuseppe Palanti, Leopoldo Melticovitz, Adolfo Hohenstein, Tito Corbella e Raphael Kirchner; mentre tra quelle di collezione privata vi sono grafiche di Aleardo Terzi, Henri Bellery Desfontaines, Mardello Dudovich, Edward Burne-Jones, Giorgio Kienerk, Henri Riviere, Giovanni Maria Mataloni, Granville Fell, Alexandre Charpentier, Pio Collivadino, Aubrey Beardsley e Eugène Grasset. 
Sono fruibili al pubblico opere di circa cinquanta artisti tra italiani e stranieri per testimoniare quella che era la corrente artistica conosciuta come Art Nouveau (Nuova arte in Francia). La quasi totalità delle opere proviene da celebri riviste del tempo come Novissima, Scena Illustrata, L’Italia Ride e La Grande Illustrazione in Italia, The Studio magazine London, The International Studio magazine New York, L’Estampe Moderne e Le Mois in Francia.
Anche i mobili degli ebanisti Zen, Bugatti o Quarti della collezione Caglia o ferri battuti di Mazzucotelli saranno testimoni di quell’epoca dorata che nell’immaginario collettivo ci porta al periodo della Belle Epoque.

Rispetto al percorso espositivo iniziale, ridotto a causa dei cambiamenti in fase progettuale dovuti da pandemia, presenta lo stesso al pubblico significativi esempi dello stile Liberty italiano e internazionale con opere di arti grafiche, applicate e progetti architettonici firmati da grandi autori che tra fine Ottocento e primo Novecento aderirono al movimento artistico e letterario dell’Art Nouveau.

Il primo museo del Liberty in Italia

Straordinariamente floreale e curvilineo senza margini alla bellezza di forme e colori

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Il Marchio del primo Museo del Liberty in Italia è stato progettato dal direttore stesso, Andrea Speziali con l’approvazione del grafico Stefano Tonti per il Comune di Sarnico.
Seguendo le forme più comuni dell’Art Nouveau è stato presentato un elemento grafico le cui linee a “coup de fouet” ricordano i tipici movimenti curvilinei nelle illustrazioni di Alphonse Mucha e il logo “Museo del Liberty” utilizza il font Montecatini.
I colori oro e azzurro sono stati scelti come sinonimi di luce e cielo, in sinergia con la città di Sarnico e il museo che affaccia sul lago d’Iseo. Lo stesso carattere tipografico con le sue grazie riprende i manifesti pubblicitari di inizio novecento stile Liberty e trova affinità con l’acqua.
Tema comune per le terme di Montecatini e la quinta edizione di Art Nouveau week.

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