Le ville storiche sorte tra fine ‘800 inizio ‘900 a Riccione hanno caratterizzato grazie ai committenti, progettisti e artigiani dell’epoca il periodo felice della Belle Époque tra turismo e moda. Questo breve itinerario presenta ai visitatori alcuni esempi di architetture balneari e dell’ambiente urbano di Riccione tra il XIX e XX secolo. Il titolo “Le ville di Riccione” sta ad indicare, ancor più che una tipologia di edifici, uno stile di vita e di vacanza caratteristico della cittadina balneare al suo nascere.
Ritrovo alle ore 9:45 alla Stazione ferroviaria di Riccione lato monte. Registrazione dei presenti muniti di documento di riconoscimento e tessera socio Italia Liberty. La partecipazione all’itinerario è riservata ai soli soci e si realizza con un minimo di venti partecipanti. A condurre il percorso è il critico d’arte Andrea Speziali.
L’itinerario proposto percorre le principali vie dell’area più prossima a viale Ceccarini quale nucleo originario della località turistica e cuore della vita balneare. Riccione possiede ancor oggi un patrimonio storico e architettonico ben più vasto di quello presentato in questo breve itinerario.
Volte le spalle alla spiaggia e percorso un breve tratto del lungomare in direzione del porto canale incontriamo il giardino pubblico all’incrocio con via Giardini ed al suo interno un edificio che, nonostante la poca cura, ha le sembianze delle ville balneari costruite a Riccione fra la fine dell’Ottocento ed i primi decenni del Novecento:
VILLA MUSSOLINI
Residenza estiva di Benito Mussolini, a villa si protendeva con il proprio giardino verso il mare ed il Piazzale Roma; l’accesso avveniva dall’attuale via Milano. Di modesto aspetto, l’edificio era originariamente composto di due piani con un torrino posto a levante riproponendo un modello di villino diffuso nella cittadina.
Attorno al 1940 la villa venne ampliata nell’ambito della complessiva espansione della proprietà con l’annessione dei terreni compresi tra i viali Vittorio Emanuele III (oggi via Milano), viale Roma (via dei Giardini) e viale Addis Abeba (viale Ippolito Nievo); in quest’area, con l’abbattimento degli edifici preesistenti e l’interruzione del viale Vittorio Emanuele III, trovarono spazio nuovi edifici per la famiglia Mussolini, un campo da tennis ed un giardino.
Queste opere furono demolite nel decennio successivo e fu ripristinato quel tratto dell’attuale viale Milano allora incluso nella proprietà Mussolini.
Tornati sui propri passi si giunge in viale Ceccarini che fu la prima strada che dal vecchio Paese arroccato sulla via Flaminia giungeva al mare. Percorrendo questo viale si notano alcuni: edifici rappresentativi della sua storia, ed in particolare: al n° 13 i decori a stampo di un piccolo edificio di inizio ‘900, il villino Riccioni al n° 21, e al n° 98 l’edificio oggi sede di un istituto bancario che nei primi anni ‘20 del 900 fu il piccolo Kursaal di Riccione.
Giunti in prossimità della ferrovia, svoltando a sinistra, in viale Spalato si incontra al n° 3 un edificio discreto che conserva i caratteri delle costruzioni balneari dei primi decenni del XX secolo: al suo fianco.
HOTEL DE LA VILLE
Costruito nei primi anni del Novecento, l’edificio dall’elegante architettura ripropone il gusto dell’epoca inserendosi nel giardino dalle essenze non particolarmente pregiate ma delle quali si apprezza la sapiente composizione.
Inizialmente la struttura era adibita a residenza privata del conte Mancini Leo.
Notevoli gli ampliamenti dell’edificio originario ancor oggi però riconoscibile nella parte che si affaccia sul giardino e su via Spalato.
Percorrendo ancora pochi passi, giunti in viale Martinelli, ha inizio quell’area che fin dagli ultimi decenni del XIX secolo si popolò secondo i canoni dettati dal progetto redatto dal Conte Giacinto Martinelli Soleri, il quale volle dar luogo ad un piccolo insediamento di ville circondate da ampi giardini, disegnandone accuratamente la rete stradale ed abbellendola di platani, pioppi e ippocastani.
Giunti in prossimità del crocevia con viale Trento Trieste, Si notano alla propria sinistra, al n° 28 e al n° 26, due villini del primo decennio del ‘900 in seguito parzialmente modificati.
Proseguendo viale Trento Trieste ci conduce ad una delle principali vie tracciate del conte Martinelli Soleri: viale Cesare Battisti. All’incrocio fra quelle due vie possiamo notare alla nostra destra l’Hotel “Conte Rosso” che conserva i caratteri dell’originario villino e del giardino di allora, e, sul lato opposto, la Pensione Florence.
PENSIONE FLORENCE
Il villino originario sorse negli anni ‘10 del ‘900, e divenne Pensione Florenza fin dal decennio successivo conservando però, nei tratti principali, l’aspetto del precedente edificio, Pregevoli i decori di facciata esempio di quella espressione del Liberty italiano che si diffuse particolarmente nelle città emiliane. Si noti inoltre ii delicato disegno del cancello in ferro.
A breve distanza, al n° 31 di viale Cesare Battisti, abbiamo l‘attuale sede dell’Istituto Maestre Pie ospitato nella villa costruita nei primi decenni del ‘900 ed appartenuta al tenore Bassi.
Proseguendo in viale Cesare Battisti in direzione della spiaggia, possiamo ammirare alla nostra destra, ai numeri civici 29, 27, 25, 21 e 17, esempi importanti dell’insediamento di ville con ampi giardini che il conte Martinelli Soleri promosse alla fine dell’ ‘800.
Giunti in Viale Gramsci, incamminandoci in direzione sud, si notano alla nostra sinistra alcuni villini dalle tipologie rappresentative dell’edilizia balneare dei primi decenni del XX secolo. Fatti ancora alcuni passi, al crocevia di viale Gramsci con via Francesco Baracca si nota a sinistra un’ampia villa con giardino che si estende per l’intero isolato fino a viale Milano e a viale Giordano Bruno, è villa Emilia.
VILLA EMILIA
La villa fu progettata dall’Ing. Silvio Allegro Avondo e correttamente conservata negli eleganti toni cromatici e nei motivi che la ornano, risale con ogni probabilità agli anni ‘10 del 900.
Dal tono classicheggiante, diffuso nell’architettura della cittadina balneare, con torrini e attente simmetricità delle facciate, l’edificio è arricchito da cornici, capitelli, colonnine e balaustre.
La villa si affaccia su di un ampio giardino dall’impianto che ricorda i giardini signorili ottocenteschi delle principali città emiliane.
La dimora fu pubblicata nella copertina della rivista Turismo d’Italia con una illustrazione di Virgilio Retrosi.
Incamminandoci in viale Milano in direzione nord, si incontra il villino Antolini.
Dimora Liberty del 1923 progettata dall’architetto dalmata Mario Mirko Vucetich su commissione dei coniugi Dante Antolini e Egle Massei.
VILLA ANTOLINI
Sorto nei primi anni ‘20 del ‘900, il villino originariamente di proprietà della famiglia Antolini, fu progettato dall’architetto Vucetich nel 1923 ripercorrendo i canoni dell’architettura secessionista viennese dell’ ‘800. Si tratta di un esemplare di altissima qualità architettonica, che si distingue rispetto ai più usuali caratteri compositivi adottati nelle costruzioni coeve presenti a Riccione. I volumi si articolano armoniosamente nel duplice affaccio verso il mare, attraverso un giardino oggi non di particolare pregio, e verso la città, là dove la vista attraverso le finestre di una grande lanterna appesa al soffitto dell’atrio interno sottolinea lo slancio del disegno delle facciate.
Dell’architetto Vucetich è doveroso ricordare il ruolo importante che ebbe nel movimento futurista triestino e la sua pregevole attività di scultore.
La passeggiata prosegue in viale Milano che nei primi decenni del ‘900 era la via di affaccio al mare e pertanto ricca di abitazioni balneari, oggi in gran parte sostituite da edifici moderni, ma qua e là ancora eccezionalmente presenti.
In prossimità con viale Cesare Battisti, torniamo a percorrerlo per il breve tratto che ci conduce fino a viale Gramsci, e di qui, svoltato a destra, proseguiamo fino a giungere al n° 56 dove incontriamo l’hotel Des Bains.
HOTEL DES BAINS
Ampiamente ma correttamente ristrutturato, l’Hotel Des Bains fu costruito nel 1908 da Girolamo Fabbri ed inaugurato quale “Albergo dei Bagni”.
Irrimediabilmente danneggiato dal terremoto del 1916, fu ricostruito nella foggia ancor oggi leggibile ed assunse l’attuale nome.
Di sobrio aspetta, l’edificio propone nelle decorazioni l’uso frequente della classica foglia d’acanto accompagnata da motivi fitomorfi con accenni alle sinuosità liberty.
Ripreso il cammino e fatti pochi passi, notiamo una serie di edifici che rappresentano in modo ancor oggi fedele una parte storicamente importante della cittadina balneare: dopo maver notato alla nostra destra un piccolo edificiodai bei decori e modanature in facciata, percorriamo il fronte dell’area originariamente occupata dall’Ospizio Marino Amati-Martinelli, che oggi ospita il Grand Hotel e alcuni altri edifici tra i quali un bel edificio posto a sud dell’ingresso, e quel che resta della Villa Martinelli Soleri.
ABITAZIONI CIVILI AI n° 25/29
Di questo edificio si notino soprattutto le linee sinuose del ferro battuto delle ringhiere ed i begli encarpi Liberty che decorano le finestre. Sorto come molti altri all’inizio del secolo scorso, l’edificio documenta una tipologia diffusa nel centro della cittadina balneare là dove non sono le ville ed i villini ad insediarsi bensì edifici dal sapore più “urbano” collocati a margine delle strade e quasi completamente privi di giardino.
GRAND HOTEL
Il Grand Hotel sorse nel 1929 là dove fin dal 1877 era l’Ospizio Amati Martinelli.
Costruito su progetto dell’architetto Ceccolini e dell’ingegnere Galeazzo Pullé, l’edificio dalla sobria forma architettonica, presenta decorazioni che ricordano, con volute, cornici, lesene, sfere e piramidi tronche, lo stile Coppedé fondendolo con i caratteri ormai affermatisi dell’architettura balneare di quei decenni.
VILLA MARTINELLI SOLERI
A fianco dell’Ospizio Amati Martinelli, sorse negli ultimi decenni dell’800 la villa del conte Martinelli Soleri della quale, demolita nel secondo dopoguerra, oggi rimane, al n°15 di viale Gramsci, un piccolo corpo di fabbrica ampiamente alterato al piano terra, ma che conserva al piano superiore elementi originari quali la balaustra in terracotta e la moresca finestra a sesto acuto.
Volte le spalle a quel che resta della Villa Martinelli Soleri ci incamminiamo in via Martinelli, dove notiamo esempi di piccoli villini dalle fogge diverse e accattivanti.
Giunti in viale Gorizia, al n° 2, troviamo la Villa Franceschi che ospita la Pinacoteca di Riccione.
VILLA FRANCESCHI
La Villa Franceschi nei suoi tratti storici, è il risultato di numerosi interventi succedutisi nel corso dei primi due decenni del ‘900 quando l’edificio originario si arricchì di motivi e ornamenti in sintonia con il gusto dell’epoca.
Il piccolo giardino di pini, nel quale troviamo un sedile con leoni alati di gusto neorinascimentale, custodisce la villa decorata con motivi vegetali che ne scandiscono le facciate; la bella veranda, con ogni probabilità un’espansione dell’edificio originario, termina nella balaustra della terrazza soprastante che sostiene bei vasi neoclassici.
Oggi nella villa ha sede la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea inaugurata nel 2005 . Il villino, estremamente affascinante per la cura dei particolari e l’armonia dell’insieme, è sorto nel primo decennio del secolo scorso, sul modello di quell’eclettismo che stava allora trionfando in Europa e comportava disinvolte contaminazioni tra neogotico, neoclassico e Liberty.
La grande semplicità dell’impianto architettonico è impreziosita dalla sala semiesagonale con il terrazzo sovrastante che si protende sul giardino e dalla torretta con il belvedere finestrato. Di particolare pregio sono le decorazioni esterne e gli elementi di ferro e ghisa con accenni a decori liberty che conferiscono ritmo e fascino alla facciata.
L’ISOLA DEI PINI
Tornati a percorrere viale Martinelli fino all’incrocio con via Molari, ed incamminatici in direzione nord, si incontra viale Corridoniche , a conclusione di questa breve passeggiata, ci conduce al reperto più antico di Riccione, L’Isola dei Pini, breve tratto superstite a Riccione della duna costiera formata da depositi marini recenti (databili al primo millennio dell’era cristiana) che fino alla alla formazione dell’insediamento balneare caratterizzava tutto il fonte costiero: questo piccolo tratto si presenta tuttora arricchito di begli esemplari di pini secolari.
La pubblicazione “Una stagione del Liberty a Riccione” (Maggioli, 2010), vi offre una storia ben più ampia di Riccione tra viali, ville e giardini, architetti e committenti dell’epoca.