Ferrara celebra l’arte del femminile con Mucha e Boldini
Dal 22 marzo al 20 luglio, Ferrara rende omaggio all’eleganza e alla grazia della figura femminile attraverso un doppio tributo artistico a due maestri che, pur diversi per stile e provenienza, seppero esaltare il fascino del femminile come pochi altri tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento: Alphonse Mucha e Giovanni Boldini.
Palazzo dei Diamanti ospita una grande mostra monografica dedicata ad Alphonse Mucha (1860-1939), celebre artista ceco divenuto simbolo della Parigi fin de siècle e considerato il padre dell’Art Nouveau. La sua fama planetaria nacque dai manifesti realizzati per l’attrice Sarah Bernhardt, ma la sua attività fu molto più vasta: pittore, illustratore, fotografo, scenografo, designer di gioielli, di interni e persino di confezioni, Mucha diede vita a uno stile inconfondibile e seducente, ribattezzato “Le style Mucha”. Quando nel 1904 sbarcò negli Stati Uniti, la stampa lo definì “il più grande artista decorativo del mondo”. Tra le opere esposte figurano alcuni dei suoi lavori più iconici, come Reverie (1897), The Seasons (1896), Gismonda (1894), Médée (1898) e Job (1896). L’esposizione, promossa da Arthemisia e Fondazione Ferrara Arte in collaborazione con la Mucha Foundation, ripercorre l’intera carriera dell’artista, mettendo in luce la sua visione secondo cui l’arte, per la sua bellezza e forza ispiratrice, poteva promuovere la pace e il progresso dell’umanità.
In dialogo ideale con Mucha, le sale dell’ala Tisi dello stesso palazzo ospitano anche una raffinata selezione di opere di Giovanni Boldini (1842-1931), il più celebre ritrattista ferrarese che, come Mucha, visse e lavorò stabilmente a Parigi. Ricercatissimo tra l’alta società europea, Boldini seppe restituire sulle sue tele l’essenza delle sue modelle: donne eleganti, aggraziate, dinamiche. I lavori in mostra provengono dal Museo Giovanni Boldini, che custodisce la maggiore collezione pubblica dell’artista e che riaprirà nel 2026 nel rinnovato complesso di Palazzo Massari. Tra i capolavori esposti spiccano La signora in rosa (1916) e Fuoco d’artificio (circa 1890), accanto a disegni e incisioni che documentano la sua abilità di cogliere con immediatezza pose, sguardi e atteggiamenti, per trasformarli in ritratti vivaci e penetranti. La sua pittura, caratterizzata da una scrittura fluida e controllata, rende ogni sua opera immediatamente riconoscibile.
Due sguardi diversi, quello decorativo e idealizzato di Mucha e quello vivido e mondano di Boldini, si incontrano a Ferrara per offrire al pubblico un’esperienza immersiva nella bellezza e nella forza espressiva dell’universo femminile, nel cuore del Rinascimento.